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La citazione indiretta

Puoi riportare idee di altri autori riformulandole, ma deve essere chiaro che non è una tua teoria originale grazie ad una corretta citazione.

Citazione indiretta

Hai a che fare con una citazione indiretta tutte le volte che nel testo riporti idee, teorie, conclusioni scritte da altri autori senza utilizzarne le esatte parole, ma riformulandone il pensiero.

Se ti viene la tentazione di utilizzare il materiale trovato durante le tue ricerche inserendolo nel tuo elaborato con parole tue ma senza una citazione, sappi che anche questa è una forma di plagio, perché ti stai appropriando di idee originali di altri spacciandole per tue.

Da qui l’eterno dilemma: come faccio a scrivere una tesi originale e allo stesso tempo valida perché basata su una ricca ricerca bibliografica?

  • Riformulare l'idea di un autore non è sufficiente
  • La citazione dà valore alle tue affermazioni

Il trucco è riuscire a bilanciare una personale rielaborazione dei concetti sul tema scelto con una corretta citazione.
Infatti fare riferimento ad esperti del settore per supportare i propri ragionamenti non li sminuisce, anzi gli dà valore.

Inoltre non dimenticare che il tuo relatore è un esperto della materia, quindi difficilmente non si accorgerà che quanto da te affermato è in realtà una teoria di un altro autore. Inserendo una citazione puntuale dimostrerai così al Relatore che hai effettuato un ottimo lavoro di ricerca e che non hai plagiato le idee altrui.

In sintesi: è perfettamente lecito riportare il testo altrui con una parafrasi, sintetizzandolo oppure discutendone o commentandone le idee. Ma dovrai necessariamente inserire una citazione intertestuale ed una in bibliografia (sempre seguendo le norme dello stile di citazione da te utilizzato).

Esempi

(le citazioni sono in stile Chicago)

Testo iniziale:
"Scompare dunque, all'inizio del XIX, il grande spettacolo della punizione fisica; si nasconde il corpo del suppliziato; si esclude dal castigo l'esposizione della sofferenza. Si entra nell'età della sobrietà punitiva. Questa sparizione dei supplizi, possiamo considerarla pressoché acquisita verso gli anni 1830-48."
Tratto da Michel Foucault, Sorvegliare e punire, 16^ ed. Torino: Einaudi; 2007. p. 17.

Nella tesi:
"Seguendo la datazione proposta da Foucault nel suo Sorvegliare e punire possiamo collocare con buona precisione la nascita dell'era della sobrietà punitiva tra il 1830 e il 1848."1
1. Michel Foucault, Sorvegliare e punire, 16^ ed. Torino: Einaudi; 2007. p. 17.

*La nota in questo caso riconosce a Foucault il merito di aver stabilito una datazione precisa e al laureando di aver letto e interpretato il testo.

Testo iniziale
"È questa donna eccezionale, misurata e sorprendente al tempo stesso, che si è spenta nella propria casa, nell'aprile del 2008, nel centunesimo anno di vita. Oggi capisco che l'incontro con lei, avvenuto piuttosto tardi nella mia vita (e ancora più nella sua), mi ha profondamente segnato, che in Germaine Tillion ho trovato una figura al tempo stesso vicina ed esemplare [...]"
Tratto da Tzvedan Todorov, Gli altri vivono in noi, e noi viviamo in loro. Milano: Garzanti; 2011. p. 20.

Nella tesi:
"La figura di Germaine Tillion - comandante della resistenza francese, reduce da un campo di concentramento, etnologa - ha colpito profondamente Tzvetan Todorov fin dal primo incontro."1
1. Cfr. Tzvedan Todorov, Gli altri vivono in noi, e noi viviamo in loro. Milano: Garzanti; 2011. p. 20.

*La nota avvalora l’affermazione contenuta nella tesi che Todorov sia rimasto segnato dall'incontro con Germaine Tillion.

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